martedì 29 novembre 2016

A Genova black out inspiegabile, ma il campionato finisce a maggio. E altrove.......

Se i trofei si vincessero esibendo le figurine, la Juventus avrebbe ipotecato questo campionato prima ancora di iniziare a giocare. Invece, come ampiamente ha dimostrato la sconfitta di Genova, se in campo scendono 11 figurine contro 11 giocatori di calcio, sono i secondi ad avere la meglio. Se è vero che normalmente vince la squadra più forte, non c'è scritto da nessuna parte che lo scudetto si debba vincere a novembre: l'importante è arrivare a maggio con un punto di vantaggio sulla seconda. Nonostante la sconfitta patita a Marassi, nonostante gli infortuni, nonostante gli episodi sfavorevoli, la Vecchia Signora è ancora in testa alla classifica. Se diamo un'occhiata a quanto succede nei principali campionati europei, notiamo come il Bayern Monaco sia secondo (dietro la sorpresa rivelazione Lipsia), così come il Psg (secondo nella Ligue 1), così come il Barcellona (dietro il solito Real Madrid), così come il Manchester City (dietro il Chelsea di Conte). Bayern e Psg, nei loro campionati, hanno rose e budget che le altre formazioni nemmeno osare sognare. Barcellona e Manchester City, pur godendo di ingenti risorse, devono confrontarsi con avversarie sicuramente più impegnative, sotto tutti i punti i vista. Eppure, in nessun campionato, abbiamo già un vincitore. Anzi. Nessuno ha ammazzato il campionato. Anzi. Se poi vogliamo proprio guadare il pelo nell'uovo, possiamo notare come, nella Liga, Real e Barça, abbiano goduto, nell'ultimo periodo, di episodi decisamente favorevoli. Alla Juve, ovvero alla squadra che per l'immaginario collettivo degli “anti a prescindere” ruba, di episodi a favore non ne sono capitati, in queste 14 giornate di campionato. Anzi, esattamente l'opposto. A Genova, l'ennesimo rigore non assegnato per un fallo degno di una mossa di Kick boxing ai danni di Mandzukic, l'ennesima partita in cui agli avversari viene permesso il gioco duro senza che l'arbitro riesca ad estrarre il cartellino rosso (alle volte, per sbaglio, ci scappa il giallo). E' dall'inizio del campionato che subiamo il gioco duro senza ritegno da parte delle avversarie di turno. In tutto ciò, si fa maggiormente sentire, la mancanza, nella zona nevralgica del campo, di un centrocampista fisico, di spessore, che sappia “randellare” il giusto ed usare il fisico per far comprendere agli avversari che si gioca a calcio, non a calci. E mentre la Juve che ruba, è sfortunata con gli episodi, il Giubileo continua imperterrito a Roma ove i giallorossi, si candidano per stabilire il nuovo record di rigori a favore in un unico campionato. Già 8 in 14 giornate: ovviamente tutti nettissimi, altrimenti qualcuno si sarebbe già imbavagliato. Del resto, rigore è quando giocatore della Roma (o il pallone calciato da esso) varca la soglia dell'area avversaria. Non importa che ci sia contatto o meno, fallo o meno: si assegna e basta. Ora occorre fare di necessità virtù e dare tutto e anche di più nelle partite che ci separano dalla fine dell'anno. E' quando il gioco si fa duro, che i duri entrano in campo. Fino alla fine.

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