Se i trofei si vincessero esibendo le
figurine, la Juventus avrebbe ipotecato questo campionato prima
ancora di iniziare a giocare. Invece, come ampiamente ha dimostrato
la sconfitta di Genova, se in campo scendono 11 figurine contro 11
giocatori di calcio, sono i secondi ad avere la meglio. Se è vero
che normalmente vince la squadra più forte, non c'è scritto da
nessuna parte che lo scudetto si debba vincere a novembre:
l'importante è arrivare a maggio con un punto di vantaggio sulla
seconda. Nonostante la sconfitta patita a Marassi, nonostante gli
infortuni, nonostante gli episodi sfavorevoli, la Vecchia Signora è
ancora in testa alla classifica. Se diamo un'occhiata a quanto
succede nei principali campionati europei, notiamo come il Bayern
Monaco sia secondo (dietro la sorpresa rivelazione Lipsia), così
come il Psg (secondo nella Ligue 1), così come il Barcellona (dietro
il solito Real Madrid), così come il Manchester City (dietro il
Chelsea di Conte). Bayern e Psg, nei loro campionati, hanno rose e
budget che le altre formazioni nemmeno osare sognare. Barcellona e
Manchester City, pur godendo di ingenti risorse, devono confrontarsi
con avversarie sicuramente più impegnative, sotto tutti i punti i
vista. Eppure, in nessun campionato, abbiamo già un vincitore. Anzi.
Nessuno ha ammazzato il campionato. Anzi. Se poi vogliamo proprio
guadare il pelo nell'uovo, possiamo notare come, nella Liga, Real e
Barça, abbiano goduto, nell'ultimo periodo, di episodi decisamente
favorevoli. Alla Juve, ovvero alla squadra che per l'immaginario
collettivo degli “anti a prescindere” ruba, di episodi a favore
non ne sono capitati, in queste 14 giornate di campionato. Anzi,
esattamente l'opposto. A Genova, l'ennesimo rigore non assegnato per
un fallo degno di una mossa di Kick boxing ai danni di Mandzukic,
l'ennesima partita in cui agli avversari viene permesso il gioco duro
senza che l'arbitro riesca ad estrarre il cartellino rosso (alle
volte, per sbaglio, ci scappa il giallo). E' dall'inizio del
campionato che subiamo il gioco duro senza ritegno da parte delle
avversarie di turno. In tutto ciò, si fa maggiormente sentire, la
mancanza, nella zona nevralgica del campo, di un centrocampista
fisico, di spessore, che sappia “randellare” il giusto ed usare
il fisico per far comprendere agli avversari che si gioca a calcio,
non a calci. E mentre la Juve che ruba, è sfortunata con gli
episodi, il Giubileo continua imperterrito a Roma ove i giallorossi,
si candidano per stabilire il nuovo record di rigori a favore in un
unico campionato. Già 8 in 14 giornate: ovviamente tutti nettissimi,
altrimenti qualcuno si sarebbe già imbavagliato. Del resto, rigore è
quando giocatore della Roma (o il pallone calciato da esso) varca la
soglia dell'area avversaria. Non importa che ci sia contatto o meno,
fallo o meno: si assegna e basta. Ora occorre fare di necessità
virtù e dare tutto e anche di più nelle partite che ci separano
dalla fine dell'anno. E' quando il gioco si fa duro, che i duri
entrano in campo. Fino alla fine.
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