giovedì 15 settembre 2016

Juve, per la Champions non basta. Bisogna fare e osare di più.




Per l'Europa, la Juventus vista questa sera, non basta. Nulla di drammatico e di irrecuperabile, per carità, ma, contro il Siviglia, si sono rivisti antichi vizi e qualche (poche) virtù.
Sia chiaro: la partita di poteva anche vincere, con un briciolo di fortuna e cattiveria in più sotto porta e, i tre punti, avrebbero fatto decisamente comodo. Sarebbe forse anche aumentata la consapevolezza o, forse, ci si sarebbe seduti sugli allori del “tanto prima o poi un gol lo si fa”. Quindi, alla fine della fiera, se la Vecchia Signora saprà fare tesoro degli errori commessi, questa mezza delusione, potrebbe rivelarsi anche positiva per far comprendere come, in Europa, l'atteggiamento e la mentalità con cui si affrontano le gare, devono essere decisamente più propositivi.
Hanno lasciato un po' basiti le scelte iniziali di Allegri, che, ancora una volta, ha lasciato in panchina Pjanic, per schierare un 3-5-2 con un centrocampo decisamente muscolare. Benissimo se oltre a Lemina, Asamoah e Khedira, schieri due esterni in grado di saltare l'uomo e creare superiorità numerica; cosa che però, né Evra, né tanto meno Dani Alves hanno fatto. Inoltre, Asamoah, in quella zona di campo, fatica moltissimo e perde sempre almeno un tempo di gioco per spostarsi la palla sul piede prediletto, ovvero il mancino.Ci si aspettava una squadra più motivata nella ripresa e, soprattutto, ci si aspettavano cambi immediati. Anche in questo caso, l'ingresso di Alex Sandro è parso tardivo, mentre quello di Pjaca, a cinque minuti dalla fine, piuttosto incomprensibile. Considerando che negli ultimi quindici minuti s'è cercato di arrivare alla vittoria tramite cross dalla fasce laterali, rischiare Mandzukic, sarebbe (forse) stato più opportuno.
Capitolo Dybala: gioca troppo arretrato e, soprattutto, stasera, era troppo distante da Higuain (che rimaneva troppo spesso isolato in avanti). Se poi Paulo non viene aiutato dal movimento dei centrocampisti (piuttosto statici e poco propositivi) è chiaro che cerca di fare tutto da solo e, con tre/quattro avversari sempre addosso, la cosa non risulta facile.Bene la difesa, che non ha concesso nulla al catenaccio del Siviglia. Migliore in campo, Giorgio Chiellini, autentico lottatore e gladiatore, l'ultimo ad arrendersi all'evidenza (ovvero al pareggio).
Dove si deve migliorare? Sicuramente nella condizione fisica, ma questo già si sapeva. Si deve migliorare, e molto, sulla mentalità e sulla consapevolezza. Quando vedi il Real Madrid sotto di una rete al minuto '89, in grado di ribaltare il risultato nel giro di pochi minuti, capisci cosa significhi avere la mentalità europea. Occorre inoltre migliorare nella zona nevralgica del campo, perché, se in Italia può andar bene così, schierare un centrocampo come quello di stasera, in Europa, è francamente illogico.
Nessun dramma quindi, ma un campanello d'allarme che deve fare aprire gli occhi. A Zagabria, non si potrà già più sbagliare e, soprattutto, occorrerà avere il coraggio di osare di più.


Nessun commento:

Posta un commento